Conferenza e dialogo con Howard Burns

Lac
15 Marzo 2017 / 18:30

Conferenza e dialogo con Howard Burns

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Il volto di una nuova professione: ritratti di architetti tra il Quattrocento e il Settecento

Conferenza e dialogo con Howard Burns

Presenterà il professor Burns e condurrà il dialogo conclusivo l’architetto Nicola Navone, vicedirettore dell’Archivio del Moderno e docente all’Accademia di Architettura di Mendrisio.

Siamo molto lieti di dar seguito al percorso iniziato dalla ProMuseo di presentare espressioni di confluenze tra arte e altre discipline creative. Ora allarghiamo la nostra proposta volgendo l’attenzione indietro nel tempo, con l’invito a uno storico dell’architettura grande esperto del Rinascimento.

Il tema

Veri ritratti di maestri che guidavano la costruzione di importanti chiese si trovano già in alcuni monumenti funebri tardo-medioevali al nord delle Alpi. In Italia invece il ritratto dell’architetto appare solo dopo la diffusione del ritratto dipinto nel Quattrocento.  Il desiderio di ritrarre architetti si collega anche con la nuova visione vitruviana e albertiana dell’architetto: un professionista che lavora con la mente e non con le mani. In parallelo emerge un’architettura che fa parte della nuova cultura umanistica (e quindi fondata sull’imitazione dell’antico), e che diventa di grande importanza sia per la sicurezza degli Stati (fortificazioni) sia per l’immagine dei potenti.

Su questo sfondo saranno illustrate le varie strategie per la rappresentazione dell’architetto, strategie che vanno dalla presenza nel quadro dei tradizionali compassi e squadre, al messaggio più artistico/intellettuale veicolato da un disegno o libro in mano all’ architetto, o da rovine antiche nello sfondo. Col tempo, i grandi architetti come Michelangelo o Palladio non hanno più bisogno di questi attributi (basta essere “el Palladio”).  Nel corso del Seicento, sempre più spesso, nello sfondo del ritratto si trova un edificio: l’architetto, dopo secoli di sudditanza, diventa l’uguale del committente, facendosi rappresentare per quello che è, il vero creatore dell’opera.

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